lunedì 10 novembre 2014

I vecchi e il mare

"E' stupido non sperare. E credo che sia peccato". E' uno dei pensieri di Santiago, indimenticabile protagonista del romanzo Il vecchio e il mare di Hemingway. Sappiamo di lui che è vedovo, che è stato in Africa ( e sogna ancora i leoni) che da "ottantaquattro giorni non prende un pesce". Sappiamo che il suo corpo è stato scolpito dal mare ( era magro e scarno e aveva rughe profonde alla nuca. Sulle guance aveva le chiazze del cancro della pelle provocato dai riflessi del sole sul mare tropicale e le mani avevano cicatrici profonde, che gli erano venute trattenendo con le lenze i pesci pesanti). Sappiamo che ha un allievo (Manolo), e che è un cocciuto, determinato, disperato pescatore. Sappiamo molte cose di lui ma non  quanti anni ha. Sappiamo però che Gregorio Fuentes, il pescatore cubano che ha ispirato il personaggio di Santiago, è morto alla veneranda età di 104 anni.

Vien da pensare che il mare scelga i suoi uomini, li metta alla prova per tutta una vita e poi, pietoso, li protegga dalle ingiurie della vecchiaia. Il tempo in mare scorre con un ritmo diverso rispetto alla terra.
In questi giorni a 76 anni Sir Robin Knox-Johnston sta affrontando la Route du Rhum (39mo, 11mo, 7mo e oggi al sesto posto della classe Rhum).
A 69 anni sir Francis Chichester - malato di tumore - tentò il record: navigare 4000 miglia in 20 giorni. A 66 anni Eric Tabarly scomparve in mare. A 69 "la bestia", un tumore, ha sconfitto Bernard Moitessier: l'anno prima era tornato in Vietnam sui luoghi della sua infanzia e fino all'ultimo si è impegnato nella battaglia per la difesa del mare.
Ma basta andare in un qualunque borgo di mare per vedere vecchi marinai non illustri alle prese con i lavori di una vita. Ci sono una serenità e una dignità immense in queste vecchiaie marinare. E per contrasto quanto sembrano indegne le vecchiaie cittadine: uomini e donne che dopo anni di lavoro sono abbandonati a solitudini inattive. 
Esclusi nel senso più totale del termine. 
In mare i vecchi si chiamano vecchi, in città li chiamiano con altri nomi - terza età, anni azzurri, anziani, diversamente giovani -  ma nessun virtuosimo lessicale può nascondere la sostanza delle cose.
Le città sono l'inferno dei vecchi: affidati a stranieri di cui non capiscono la lingua, ridotti a merce per ingrassare il grande circo della sanità, zavorre per famiglie che non hanno tempo e mezzi per aiutarli. E a volte nemmeno la voglia.
Vecchi perduti in un mondo che non li vuole più e allora viene la tentazione, fortissima, di portarli davanti al mare. 
E come Manolo sedersi accanto al proprio Santiago e guardarlo dormire mentre: "sogna i leoni". 




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